ANCHE L’INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA E’ UN DATO PERSONALE CHE RICHIEDE IL CONSENSO DELL’INTERESSATO

La Cassazione, con ordinanza n. 17665/2018, si è nuovamente occupata di privacy.

La vicenda trae spunto da una società che, tramite il sito di proprietà, raccoglieva nome, cognome, ed email dei clienti senza richiedere uno specifico ed esplicito consenso. I militari della GdF accertavano che “i dati venivano trattati/conservati su supporto informatico del sito …, creando un archivio” e che l’interessato, a cui non veniva richiesto uno specifico ed esplicito consenso al trattamento dei dati, risultava in seguito un potenziale destinatario di “newsletters” al segnalato indirizzo e-mail.

La ricorrente impugna l’ordinanza sostenendo che “le persone che avevano fornito i loro dati personali lo avevano fatto volontariamente e spontaneamente, dimostrando così di fornire un consenso implicito al trattamento dei dati personali”.

Gli Ermellini hanno rigettato il ricorso precisando che la definizione di “dato personale” comprende senz’altro il nome, il cognome e l’indirizzo di posta elettronica per il cui trattamento è necessario chiedere un esplicito e specifico consenso